mercoledì 31 ottobre 2012

Un nuovo tipo di discorso

Da un governo di sinistra molti si aspettano un nuovo tipo di discorso. Un discorso molto vicino ai movimenti reali e pertanto capace di conciliarsi con questi movimenti costituendo quelle scelte di indirizzo compatibili con essi.
Ad esempio lo sviluppo urbano del comune di Civitavecchia. Quando con il programma del centro sinistra si disse:” In mancanza di crescita demografica, di case che non vengono vendute e di un problema abitativo che ha assunto da tempo rilievo emergenziale, appare doveroso proporre un’idea di città indirizzata al risparmio di suolo e al prioritario sviluppo dell’edilizia sociale”; era già un nuovo tipo di discorso. Questo significava: anziché far finta di ignorare i movimenti reali per farne oggetto di negoziati, ci si orienta subito verso il riconoscimento del punto di arrivo, cosicché il negoziato si svolge in vista di questo punto di arrivo, concesso in anticipo e prima delle elezioni. Si negozierà sui modi, i mezzi, la velocità per attuare la trasformazione della città.
Al contrario oggi assistiamo alle rimostranze secondo cui, in base ad un vecchio metodo, non bisogna mai parlare di rispetto delle procedure, di consumo di suolo contenuto, di operazione di trasparenza, anche quando le si sa ineluttabili, mentre si tratta invece di farne la posta in gioco di durissimi negoziati. La tecnica di opporsi ai movimenti è comunque volta al perdurare della situazione attuale senza la fatica e l’impegno per un cambiamento. Gli incontri e le discussioni in consiglio comunale riguardano singolarmente i Piani di Zona, dimenticandosi per un attimo che sono contenuto e parte integrante della Variante adottata illegittimamente perché fuori i termini di legge. Aderire al movimento oppure arrestarlo, due tecniche politicamente diverse.
Sul versante dei movimenti si devono imporre i dati, non solo di una situazione, ma di un problema. Rendere visibili cose che non lo sarebbero state in condizioni diverse. Sul problema urbanistico della c.d. Variante alla Variante 29 è stato detto a un certo momento, la variante non è stata mai inviata alla Regione. Ma perché è stata adottata ? Perché non è stata immediatamente ritirata quale atto illegittimo per la sua adozione non conforme ai termini di legge ? Perché le aree del Piano di Zona con la variante alla variante 29 vengono trasformate da agricole a residenziali ? Perché senza l’attuazione del Piano di Zona numero 10 e numero 11 (ndr. Don Milani) si consuma nuovo territorio per l’edilizia economica popolare ? Chi è stato ad impostare questo disegno di sviluppo residenziale ? Chi è che si sta affannando ad affermare che il Piano di Zona è altra cosa rispetto la Variante alla Variante 29 ? La Pubblica Amministrazione rifiuterà queste domande. Perché se queste domande sono fondate, nel precisare i dati si porta alla luce un problema che l’amministrazione vuole nascondere. Una volta posto, infatti, il problema non potrà più essere eliminato, e la pubblica amministrazione sarà costretta a cambiare discorso.

Architetto Massimo Pantanelli

lunedì 15 ottobre 2012

Discontinuità o no ?

Domani, Martedì 16 ottobre 2012 ore 18.00 incontro di maggioranza sull’Urbanistica.
La città attende dall’istante immediatamente successivo all’insediamento del Sindaco Tidei, il segnale di discontinuità riguardo l’idea di sviluppo urbanistico inventato dall’Amministrazione Moscherini.
La Variante alla Variante 29, con un milione e quattrocentomila metri cubi di nuove volumetrie, (1.400.000), che è stata dichiarata illegittima nel 2010 dalla Provincia, ed è stata oggetto di battaglie consiliari da parte della sinistra, è ancora valida.
L’amministrazione ha raccontato della complessità della materia e della necessità di trattare insieme agli uffici ed ai dirigenti l’aspetto amministrativo degli atti, ha tentato in ogni modo di lasciare credere l’impossibilità di un’azione immediata. Niente di più lontano dalla fattibilità di una scelta politica per annullare un atto adottato fuori i termini di legge. Giunti ad oggi ci si attenderebbe una qualche presa di posizione. Al contrario il nulla, non si pronuncia l’amministrazione ma neanche i sostenitori del no alla Variante alla Variante 29. Il silenzio coglie di sorpresa chi ha letto nel programma di coalizione del centro sinistra e nelle dichiarazioni del Sindaco, parole chiare riguardo l’annullamento di tutti gli atti Urbanistici illegittimi. Al contrario tutto è fermo ed il tempo scorre. Pericolosamente si tarda ad annullare in autotutela gli atti e le delibere lasciando che il tempo favorisca gli interessi dei privati che hanno atti con firme, e delibere che volgono a loro favore. Deve essere chiaro a chi non conosce, che domani sarà tardi per fondare gruppi facebook o comitati contro questo e quell’altro, e la responsabilità del consumo di territorio per una superficie di 84 ettari da ricoprire con 1.000.000 (ndr. un milione) di metri cubi di edifici residenziali, oltre a circa mezzo milione di metri cubi di volumetrie a servizi, non sarà solo responsabilità dell’Amministrazione Tidei ma anche di tutti quelli che hanno perso l’occasione di agire quando il danno non era ancora stato fatto.
L’urbanistica è lo specchio della società, è l’economia di una città, e la scelta del silenzio descrive il pericolo del permanere delle iniquità perpetrate dalla scorsa amministrazione.
Qui ed ora non è più il tempo di giustificare l’amministrazione per il poco tempo trascorso dal suo insediamento, perchè il contenuto degli atti è stato studiato e criticato dall’intera opposizione nei consigli comunali sin dal 2010. Qui e ora per l’Urbanistica scade il termine per abbandonare il sistema economico speculativo fondato sulla rendita dei terreni. Qui ed ora il Sindaco, l’assessorato all’Urbanistica, il Delegato all’Urbanistica, i consiglieri e i partiti di coalizione, hanno a disposizione il tempo di cambiare rotta come unica via di uscita dall’alto tradimento delle politiche di tutela del territorio, scritte nel programma e dichiarate a mezzo stampa. Solo attraverso l’agire daranno le risposte conseguenti alle idee propagandate in campagna elettorale grazie alle quali hanno ottenuto i nostri voti. Solo in questo modo potranno evitare di far sentire ai loro elettori il disagio per la scelta politica compiuta”.

Architetto Massimo Pantanelli