Che fine
ha fatto il Piano di Zona 11 ?
Il giorno 25.01.2012 la Giunta Comunale ha approvato ai sensi
dell’articolo 1 Bis, comma 1, della Legge Regionale n. 36 del 1987, il
Programma Integrato di intervento da attuarsi in via Don Milani. Il richiamato
articolo 1 Bis della L.R. 36/87 stabilisce per i piani attuativi conformi allo strumento urbanistico
generale, l’approvazione con il solo passaggio in Giunta Comunale.
Quindi a Civitavecchia il giorno 25
gennaio 2012 con il “parere in ordine alla regolarità Tecnica”
ed il “parere del Segretario Generale di
conformità alle leggi, allo statuto ed ai Regolamenti” è stato promosso il
Piano Integrato denominato “Don Milani
Uno”.
L’approvazione di un Piano Integrato con sola
Delibera di Giunta fornisce numerosi spunti di riflessione.
La prima notazione da fare è che l’area oggetto del
Piano integrato è zona riservata al piano per l’edilizia economica popolare (PZ
11 Don Milani) come prescritto dal PEEP 3° adottato con la Variante 29,
attenzione, quella del 1998. Il fabbisogno decennale del PEEP 3° era stato
fissato nella misura di 7.964 abitanti e l’aliquota da attuare con interventi
di edilizia residenziale pubblica era stata fissata nel 50%, pari a 3.982
abitanti corrispondenti ad un volume residenziale di 318.560 mc. In conseguenza
all’approvazione della Giunta, le volumetrie del Piano integrato, pari a circa
21.000 mc e i corrispondenti 200 abitanti insediabili, risultano quindi sottratti
alla percentuale riservata dalla legge all’edilizia residenziale pubblica ed in
variante al rapporto del 50% tra l’edilizia pubblica e quella privata stabiliti
dal PEEP 3°. Una operazione del genere avrebbe dovuto comportare l’adozione di
un procedimento di Variante Urbanistica.
D’altra parte è interessante rilevare che la natura
del Piano Integrato è quella della “riqualificazione
urbanistica, edilizia ed ambientale”. L’area in oggetto è al contrario
interessata dal Piano di Zona 11, è un terreno libero, non degradato, non
costruito in tutto o in parte, non è un nucleo di urbanizzazione rada e diffusa
priva di servizi, tanto meno, parte di un centro con forti fenomeni di
congestionamento, ma ha tutta l’aria di essere una zona agricola.
Inoltre l’area oggetto del piano integrato non
corrisponde all’intero perimetro del comparto “A” del Piano di Zona 11 e viene
ad interessare tutte le aree edificabili del comparto stesso. I proprietari dei
lotti esclusi dal Piano integrato, che rimangono con la destinazione a spazi
pubblici per verde e servizi di Piano
di Zona 11, non avranno più aree a disposizione su cui trasferire le proprie
potenzialità edificatorie. Allo stesso tempo gli spazi pubblici interni al
Comparto A, prescritti dal Piano di Zona 11, essendo stati esclusi dal piano
integrato, non troveranno attuazione. Risulta incomprensibile parlare di
interesse pubblico di un piano integrato quando in realtà si sta operando la
cancellazione di un Piano di edilizia economica pubblica che sin dall’atto
della sua approvazione comporta “la
dichiarazione di pubblica utilità delle opere previste”.
Diventa estremamente difficile comprendere come la
finalità del Piano per l’edilizia economica e popolare di venire incontro alla
domanda di abitazione dei ceti meno abbienti, possa essere ritenuta equivalente
ad una attuazione di volumetrie per l’edilizia privata, seppure con alcune
opere di compensazione.
Il Piano di Zona per l’edilizia economica e popolare
ha caratteristiche precipue ed un procedimento specializzato, con estensione
finalizzata ad acquisire le sole aree per costruire alloggi da assegnare a
categorie popolari e per creare i relativi standards.
Il Piano di Zona comporta che, tutte le aree
comprese nel piano vengano acquisite dal Comune mediante le procedure di
esproprio per poi poterle concedere in diritto di superficie oppure cederle in
proprietà a cooperative edilizie, ad imprese di costruzione ed ai singoli, con
preferenza per i proprietari espropriati.
Il Piano Integrato vedrà gli immobili privati venduti
a prezzo di mercato.
In questo racconto le regole tornano ad essere il
principale attore. Il rispetto delle procedure è l’ultima roccaforte di tutta
l’impalcatura democratica. La legge dei Piani Integrati e la norma sullo
snellimento delle procedure dettano le “regole
del gioco ”.
La politica, attraverso una seria programmazione del
territorio, deve pianificare lo sviluppo urbanistico della città, il tecnico deve
progettare il piano conformemente alle normative e la Pubblica Amministrazione deve
controllare e validare i progetti. Alla luce dei fatti sopra esposti è lecito
domandarsi se il risultato conseguente all’approvazione del piano integrato, in
luogo di un piano di zona, dichiarato comunque conforme al piano regolatore,
rappresenti l’applicazione delle “regole
del gioco ” o la loro sostituzione con un “fai da te ” che ci pone di fronte al fatto compiuto.
MP
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