lunedì 19 novembre 2012

Volete una città legale o illegale ?



Non si tratta di fare il punto di una situazione perché quello che conta della questione Marina non è l’inizio o la fine ma il percorso. La comunicazione e le dichiarazioni di questi giorni, rappresentano il famoso gioco di carte detto della scelta forzata. Volete per esempio far scegliere a qualcuno il re di cuori. Allora cominciate col dire: preferisci i rossi o i neri ? Se l’altro risponde i rossi, voi ritirate i neri dal tavolo; se rispondete i neri li prendete, e quindi in ogni caso li ritirate. Non resta che continuare in questo modo: preferisci i cuori o i quadri ? Fino al momento in cui si chiede: preferisci il re o la regina di cuori ? La macchina binaria funziona così e ubbidisce ad altri scopi. Oggi si domanda: ”preferite riavere la Marina o non avere la Marina ? Ed il discorso è stato spossessato del reale valore della questione. L’abuso c’è, i vincoli ci sono, i soldi sono stati sprecati, i responsabili devono essere perseguiti, il danno deve essere pagato, un danno sia economico che di immagine della città che ha dimenticato il punto di partenza, la domanda iniziale: Volete una città legale o illegale ? E la risposta univoca è stata: “legale”, ma la carta è stata ritirata dal tavolo. Essere di sinistra, è innanzitutto una questione di percezione. Si percepisce innanzitutto l’orizzonte, si percepisce all’orizzonte. Si vede prima di tutto “il paesaggio”, il territorio  del Comune, lo sviluppo urbano, le norme di tutela, e si capisce che sono quelli i problemi da risolvere e di cui l’informazione dovrebbe parlare. Al contrario, le dichiarazioni di parte hanno ridotto l’attenzione ad un argomento di comodo e di interesse, l’apertura della Marina, nascondendo gli effetti della auspicata cancellazione dei Vincoli che comporterebbe la riapertura della Gara della Sala della Danza, del progetto del Multisala, nati e cresciuti sotto la Giunta Moscherini, e svincolerebbe l’edificazione della zona della Variante 31. La stessa tecnica comunicativa viene utilizzata per la questione Urbanistica in cui l’attenzione è dirottata sulla scelta a favore di due Piani di Zona (Cappuccini, Biancalano) e contro altri due Piani di Zona (S. Liborio, San Gordiano). Al contrario percepire innanzitutto l’orizzonte, comporterebbe la scelta della pianificazione dell’edilizia per l’emergenza abitativa, attraverso l’individuazione delle aree necessarie per l’attuazione delle costruzioni ATER, e la realizzazione dei programmi delle Cooperative sovvenzionate dalla Regione Lazio. Essere di sinistra significa perseguire lo sviluppo urbano in equilibrio tra pubblico e privato. Al contrario gli uffici dell’attuale amministrazione hanno investito energie e tempo finalizzate alla c.d. sanatoria giurisprudenziale per sanare l’abuso edilizio dell’edificio di via XXIV Maggio. Hanno lavorato in direzione opposta alle richieste della Regione Lazio riguardo la costruzione di via Adige, edificata con permesso di costruire annullabile, non considerando le dichiarazioni di illegittimità del permesso di costruire, contenute nella perizia del Consulente Tecnico e nella richiesta di archiviazione della Procura.
Le urgenze affrontate dall’attuale amministrazione non hanno prodotto atti ufficiali ma solo dichiarazioni sulla stampa che uccidono i vincoli di tutela del paesaggio, dichiarano le intenzioni di annullare gli abusi edilizi e garantiscono la continuità agli strumenti di pianificazione illegittimamente adottati dalla amministrazione Moscherini.  
L’idea del cambiamento non attraversa un buon momento ed a preoccupare sono le dichiarazioni degli avvocati, dei Dirigenti in pensione, degli ex tecnici comunali. A lasciare molti interrogativi sono le affermazioni del Delegato all’Urbanistica: "Daremo agli imprenditori la certezza del diritto che finora è mancata in questa città". I volti degli attori tradiscono la loro età, sono coloro che hanno esercitato la loro professione, guidato e governato la nostra città ma dalle loro parole è come se tutto sia accaduto a loro insaputa, è come se tutto avesse avuto inizio un bel giorno del maggio del 2012.

MP

domenica 4 novembre 2012

Il momento delle scelte

In prima linea, il problema dei lavoratori e il rischio della perdita del posto di lavoro. Contemporaneamente si rilanciano accuse alla passata amministrazione per la modalità clientelare di assunzione. Ognuno di questi punti di vista purtroppo tace la questione dei disoccupati, elude la questione di coloro che non hanno avuto intercessori per pervenire ad una illegittima assunzione, loro non risultano il problema devono solo restare “la brave gente”.
Nell’economia edilizia, si rileva la questione degli interessi dei Costruttori, del rilancio dell’economia delle imprese, dell’aspettativa delle cooperative per l’attuazione di progetti sulle aree PEEP. Viene posta quale prioritaria la questione dei diritti edificatori ottenuti con la presentazione dei progetti, adottati dalla Pubblica Amministrazione “Moscherini”, e allo stesso tempo si urla contro le modalità “inconsuete” e le procedure illegittime. In questo modo, la questione del mercato immobiliare rappresentata dall’elevato numero di alloggi invenduti, l’assoluta insufficienza dei servizi e delle aree non sono un problema. La questione dei partecipanti agli Avvisi Pubblici per l’offerta di aree per il PEEP e per la proposta di aree per Programmi Integrati che si sono visti bocciare le proposte, non esistono così come non esistono coloro che hanno letto in modo corretto la illegittimità delle scelte urbanistiche perpetrate dall’amministrazione Moscherini ed hanno scelto di non partecipare. La stragrande maggioranza delle persone ha compreso che le regole del gioco non sono state rispettate. Sostituite con un “fai da te” sono stati favoriti in ogni settore e modo, i propri adepti a danno degli altri, premiando la fedeltà di gruppo sul merito.
La scelta della strada dell’Interpretazione delle regole è madre della storia di Civitavecchia. Il ricorrere ad ogni sorta di argomentazioni gridando alla crisi dell’economia imprenditoriale, denunciando il collasso del mondo del lavoro, rende evidente la volontà di perseguire la strategia del cambiare tutto perché nulla cambi. In questo appiattimento naufraga la volontà di cambiamento. La gente oramai “pensa” e pensare significa “potere”, significa che si scoprono i problemi e si individuano le scelte e le situazioni artefatte che nascondono le altre possibilità.
Cambiare si può e le speranze hanno bisogno di uomini coraggiosi e di scelte coraggiose.

MP

mercoledì 31 ottobre 2012

Un nuovo tipo di discorso

Da un governo di sinistra molti si aspettano un nuovo tipo di discorso. Un discorso molto vicino ai movimenti reali e pertanto capace di conciliarsi con questi movimenti costituendo quelle scelte di indirizzo compatibili con essi.
Ad esempio lo sviluppo urbano del comune di Civitavecchia. Quando con il programma del centro sinistra si disse:” In mancanza di crescita demografica, di case che non vengono vendute e di un problema abitativo che ha assunto da tempo rilievo emergenziale, appare doveroso proporre un’idea di città indirizzata al risparmio di suolo e al prioritario sviluppo dell’edilizia sociale”; era già un nuovo tipo di discorso. Questo significava: anziché far finta di ignorare i movimenti reali per farne oggetto di negoziati, ci si orienta subito verso il riconoscimento del punto di arrivo, cosicché il negoziato si svolge in vista di questo punto di arrivo, concesso in anticipo e prima delle elezioni. Si negozierà sui modi, i mezzi, la velocità per attuare la trasformazione della città.
Al contrario oggi assistiamo alle rimostranze secondo cui, in base ad un vecchio metodo, non bisogna mai parlare di rispetto delle procedure, di consumo di suolo contenuto, di operazione di trasparenza, anche quando le si sa ineluttabili, mentre si tratta invece di farne la posta in gioco di durissimi negoziati. La tecnica di opporsi ai movimenti è comunque volta al perdurare della situazione attuale senza la fatica e l’impegno per un cambiamento. Gli incontri e le discussioni in consiglio comunale riguardano singolarmente i Piani di Zona, dimenticandosi per un attimo che sono contenuto e parte integrante della Variante adottata illegittimamente perché fuori i termini di legge. Aderire al movimento oppure arrestarlo, due tecniche politicamente diverse.
Sul versante dei movimenti si devono imporre i dati, non solo di una situazione, ma di un problema. Rendere visibili cose che non lo sarebbero state in condizioni diverse. Sul problema urbanistico della c.d. Variante alla Variante 29 è stato detto a un certo momento, la variante non è stata mai inviata alla Regione. Ma perché è stata adottata ? Perché non è stata immediatamente ritirata quale atto illegittimo per la sua adozione non conforme ai termini di legge ? Perché le aree del Piano di Zona con la variante alla variante 29 vengono trasformate da agricole a residenziali ? Perché senza l’attuazione del Piano di Zona numero 10 e numero 11 (ndr. Don Milani) si consuma nuovo territorio per l’edilizia economica popolare ? Chi è stato ad impostare questo disegno di sviluppo residenziale ? Chi è che si sta affannando ad affermare che il Piano di Zona è altra cosa rispetto la Variante alla Variante 29 ? La Pubblica Amministrazione rifiuterà queste domande. Perché se queste domande sono fondate, nel precisare i dati si porta alla luce un problema che l’amministrazione vuole nascondere. Una volta posto, infatti, il problema non potrà più essere eliminato, e la pubblica amministrazione sarà costretta a cambiare discorso.

Architetto Massimo Pantanelli

lunedì 15 ottobre 2012

Discontinuità o no ?

Domani, Martedì 16 ottobre 2012 ore 18.00 incontro di maggioranza sull’Urbanistica.
La città attende dall’istante immediatamente successivo all’insediamento del Sindaco Tidei, il segnale di discontinuità riguardo l’idea di sviluppo urbanistico inventato dall’Amministrazione Moscherini.
La Variante alla Variante 29, con un milione e quattrocentomila metri cubi di nuove volumetrie, (1.400.000), che è stata dichiarata illegittima nel 2010 dalla Provincia, ed è stata oggetto di battaglie consiliari da parte della sinistra, è ancora valida.
L’amministrazione ha raccontato della complessità della materia e della necessità di trattare insieme agli uffici ed ai dirigenti l’aspetto amministrativo degli atti, ha tentato in ogni modo di lasciare credere l’impossibilità di un’azione immediata. Niente di più lontano dalla fattibilità di una scelta politica per annullare un atto adottato fuori i termini di legge. Giunti ad oggi ci si attenderebbe una qualche presa di posizione. Al contrario il nulla, non si pronuncia l’amministrazione ma neanche i sostenitori del no alla Variante alla Variante 29. Il silenzio coglie di sorpresa chi ha letto nel programma di coalizione del centro sinistra e nelle dichiarazioni del Sindaco, parole chiare riguardo l’annullamento di tutti gli atti Urbanistici illegittimi. Al contrario tutto è fermo ed il tempo scorre. Pericolosamente si tarda ad annullare in autotutela gli atti e le delibere lasciando che il tempo favorisca gli interessi dei privati che hanno atti con firme, e delibere che volgono a loro favore. Deve essere chiaro a chi non conosce, che domani sarà tardi per fondare gruppi facebook o comitati contro questo e quell’altro, e la responsabilità del consumo di territorio per una superficie di 84 ettari da ricoprire con 1.000.000 (ndr. un milione) di metri cubi di edifici residenziali, oltre a circa mezzo milione di metri cubi di volumetrie a servizi, non sarà solo responsabilità dell’Amministrazione Tidei ma anche di tutti quelli che hanno perso l’occasione di agire quando il danno non era ancora stato fatto.
L’urbanistica è lo specchio della società, è l’economia di una città, e la scelta del silenzio descrive il pericolo del permanere delle iniquità perpetrate dalla scorsa amministrazione.
Qui ed ora non è più il tempo di giustificare l’amministrazione per il poco tempo trascorso dal suo insediamento, perchè il contenuto degli atti è stato studiato e criticato dall’intera opposizione nei consigli comunali sin dal 2010. Qui e ora per l’Urbanistica scade il termine per abbandonare il sistema economico speculativo fondato sulla rendita dei terreni. Qui ed ora il Sindaco, l’assessorato all’Urbanistica, il Delegato all’Urbanistica, i consiglieri e i partiti di coalizione, hanno a disposizione il tempo di cambiare rotta come unica via di uscita dall’alto tradimento delle politiche di tutela del territorio, scritte nel programma e dichiarate a mezzo stampa. Solo attraverso l’agire daranno le risposte conseguenti alle idee propagandate in campagna elettorale grazie alle quali hanno ottenuto i nostri voti. Solo in questo modo potranno evitare di far sentire ai loro elettori il disagio per la scelta politica compiuta”.

Architetto Massimo Pantanelli

sabato 8 settembre 2012

Perchè, perchè, perchè...?


Perchè, perchè, perchè...?
Il comitato elettorale Pietro Tidei ha parlato di Via Pinelli e dei dubbi sulla legittimità della sanatoria:‘‘improvvisazione’’ dell’amministrazione nella vicenda, «pronti a risolverla, una volta eletti, con umiltà e competenza» 27 marzo 2012; Pietro Tidei:”Non da meno, provvederemo immediatamente a ritirare tutte le delibere riguardanti l’urbanistica” 22 maggio 2012; Nota dell’opposizione:“E' bastata la nomina a delegato all'Urbanistica di un suo fido tecnico,  che in tutta fretta e nel silenzio, venisse trasmesso alla Regione Lazio, per le verifiche di legge, il Piano di Zona 167 n.15 "Biancalana", facente parte del nuovo Piano per l'Edilizia Economica e Popolare (PEEP) adottato dalla precedente amministrazione” 31 luglio 2012.
Perché non è stata ritirata e/o annullata in autotutela la DCC n. 146 del 22.12.2008 e la successiva DCC n.70 del 02.08.2010 le quali hanno avviato nella pratica urbanistica la deregolamentazione attraverso l’approvazione di edifici su c.d. “lotti interclusi”? Le suddette delibere sono figlie di una lettura dell’urbanistica del tutto illegittima e sono innovatrici delle norme di attuazione del Piano Regolatore così come sostenuto dalla Regione Lazio; ma allora perché le si continua ad applicare per il rilascio di innumerevoli permessi di costruire? Perché per il palazzo di via Adige, alla luce delle considerazioni di illegittimità contenute nella relazione della CTU, del Procuratore e della Regione Lazio non si emette l’ordine di demolizione? Perché la Variante alla Variante 29 illegittima per ammissione della stessa Provincia di Roma non è stata ancora ritirata? Perché insieme alla Variante alla Variante 29 non è stato ritirato il PEEP 4 adottato non nei termini di legge? Perché sotto lo sguardo sgomento di tutti è stato inviato in regione un pezzo di PEEP 4 e perché proprio quello in località “Biancalano”? Perché il Programma Integrato denominato “Boccelle Bassa”, alle spalle del porticciolo  Riva di Traiano, non è stato annullato per la mancata conformità paesaggistica dell’intervento, seppure esso ricada in un’area che ha il vincolo di 0,001 mc/mq di edificabilità e per lo stesso motivo è stato annullata la Gara della Cittadella dello Sport e non è stato possibile costruire la Multisala? Perchè non è stato ancora ritirato il “Piano di Edilizia Privata e Sociale San Gordiano tre” in quanto l’area in oggetto è attualmente Zona Agricola per cui una eventuale trasformazione in zona residenziale può avvenire esclusivamente con la procedura di Variante al Piano Regolatore Generale? Perché non sono stati ancora ritirati i Programmi Integrati che ricadono sulle aree interessate dal Vincolo di Rimboschimento le quali devono essere intese come zone omogenee “E” ovvero “zone agricole” e per questo sono da ritenersi inammissibili per l’attuazione dei programmi integrati? Perché non sono stati ritirati i Programmi Integrati che utilizzano gli spazi verdi liberi tra viale M. Villotti e via E. Berlinguer, l’area verde sotto il Faro vicino le scuole, il verde sul lato di via Novello e di via dei Gladioli a San Gordiano, sottraendo spazi pubblici? Perché non è stata annullata la Delibera di Giunta Comunale del 25.01.2012 con la quale è stato approvato, ai sensi dell’articolo 1 Bis, comma 1, della Legge Regionale n. 36 del 1987, il Programma Integrato di intervento da attuarsi in via Don Milani? Possibile che ad oggi non si sia valutata annullabile la suddetta DGC del 25.01.2012 che approva un Programma Integrato come conforme allo strumento urbanistico generale (ndr.in base all’articolo 1 Bis della L.R. 36/87) quando al contrario, l’area è oggetto del Piano di Zona per l’edilizia pubblica residenziale denominato PZ 11? Perché al contrario non viene data attuazione al PEEP 3 in zona n.10 denominato Poligono Due ed in zona n.11 denominato Don Milani vigente ed attuabile dal luglio del 2000? Perché non viene data attuazione, all’interno del PZ n.10 Poligono Due, ad un edificio per 16 alloggi per cui il Comune ha pagato 3916,80 euro per la relazione geologica, 14.565 euro per la redazione del progetto strutturale e 15.356 euro per la progettazione architettonica ed impiantistica? Perché si è avviato un nuovo Avviso Pubblico per il reperimento di aree per l’edilizia pubblica PEEP 4, quando non era ancora esaurita la potenzialità edificatoria delle aree per l’edilizia popolare del PEEP 3?  
Architetto Massimo Pantanelli

giovedì 6 settembre 2012

Attenzione ! colpo di spugna in agguato.


Attenzione ! colpo di spugna in agguato.
Tidei: "A giugno inaugureremo la nuova Marina" 22 maggio 2012; Consigliere comunale F.L.:“Abbiamo presentato alla fine di luglio un’istanza alla Soprintendenza per portare a conclusione quel protocollo di intesa stipulato con la passato amministrazione e la Regione Lazio, ossia per terminare il nuovo progetto di tombatura dei locali e di realizzazione del declivio verde sovrastante». La Soprintendenza avrà tempo 90 giorni per esaminare la richiesta. «Il nostro interesse - ha chiarito il consigliere comunale - è quello di restituire la Marina alla città. Non credo che qualcuno fosse interessato a farsi carico di milioni di euro per demolire la struttura e realizzarla da zero» 27 agosto 2012.
Quale “istanza” a norma di legge è stata presentata alla Soprintendenza per portare a conclusione il “protocollo di Intesa” tra passata amministrazione e Regione ? Che valore ha il c.d. “protocollo d’Intesa” ovvero un accordo tra Comune, che ha commesso un abuso paesaggistico, e Regione Lazio, che rilascia l’Autorizzazione paesaggistica? Siamo di fronte ad un Abuso Paesaggistico ma chi sono i responsabili? Perché non viene detto che senza la necessaria demolizione dell’abuso, non avrà senso la richiesta di quanti oggi in buona fede propongono che chi ha sbagliato paghi? Perché non si informano le persone che se verrà accettata l’invereconda domanda di “sanatoria” e tutto rimarrà così com’è, non pagherà nessuno? Anzi, pagherebbero ancora i cittadini, tramite il Comune, una sanzione amministrativa fino a 20.000 euro, ma perché non viene detto che di conseguenza nessuno sarebbe mai chiamato dalla Corte dei Conti a rispondere personalmente dei milioni di euro spesi per costruire e demolire un’opera inutile e abusiva? Perché si crede  che non sarebbero i responsabili a farsi carico dei costi della demolizione? La legge Italiana non ammette le Sanatorie ex post per gli Abusi Paesaggistici, perché allora il Comune persegue gli stessi obiettivi attraverso gli stessi metodi dell’Amministrazione Moscherini? La soprintendenza avrà 90 giorni per esaminare “la richiesta” ma in termini di legge che nome si può dare a questa “richiesta” visto che non può denominarsi Accertamento di Conformità Paesaggistica? L’abuso paesaggistico della Marina è insanabile per legge, perché il Comune continua a perseguire l’illegittima procedura di sanatoria ex post che implicherà atti amministrativi illegittimi ed una sanatoria apparente? Ma se tali atti illegittimi verranno rilasciati dalla Regione Lazio ed il Comune attuerà lavori di Sanatoria ex post con i soldi pubblici, quale immagine di legalità potranno dare i “giovani consiglieri”? Quali soldi verrebbero utilizzati per gli eventuali lavori di Sanatoria ex post senza denunciare l’uso illegittimo di soldi pubblici per una Sanatoria fuori legge? Quanti soldi sono stati spesi sino ad oggi? Quanti soldi ha ricevuto l’impresa aggiudicataria dei lavori della Marina? Quanti soldi restano nelle casse del Comune a disposizione dell’ultimazione dei lavori? Sono stati mai effettuati i collaudi tecnico-amministrativi previsti per i pagamenti alla ditta esecutrice? Come mai solo oggi si verificano incongruenze tra le misure delle tubazioni fognarie di progetto con le misure dei tubi messi in opera? Quali garanzie della corretta esecuzione a “regola d’arte” delle opere sono in possesso e documentate presso il Comune? Sono stati eseguiti i collaudi delle opere aperte al pubblico transito? Il Comune non è interessato alla verifica dei costi sostenuti per la realizzazione di un progetto privo di pavimentazione in legno “IPé”, senza le bolle luminose in policarbonato, senza il pontile di circa 141 mt sul mare, senza il palco per rappresentazioni, senza la pavimentazione della piazza prospiciente forte Michelangelo in tozzetti di travertino bocciardato con larghe fasce di marmo, con la riduzione della superficie di intervento che passa dagli iniziali 55.600 metri quadrati agli attuali 33.600 ? Non incuriosisce la Pubblica Amministrazione il fatto che, nonostante tutte queste riduzioni, i costi siano rimasti inalterati?
Architetto Massimo Pantanelli

mercoledì 5 settembre 2012

Così le parole “disarmano”


Così le parole “disarmano”
Comunicato del Pincio:“Il mercato ittico sarà pronto fra 3 mesi” 21 giugno 2012; «Inoltre - conclude Mencarelli - stiamo attendendo il nulla osta della Soprintendenza per i Beni Culturali per quanto riguarda piazza Regina Margherita» 27 agosto 2012;”Il Comune ha accettato con ritardo la presentazione delle polizze da parte della ditta impegnata nei lavori di restyling. I lavori di riqualificazione procedono secondo il programma stabilito dal Pincio” 27 agosto 2012; «C’è una lettera tassativa della Asl in merito a questa richiesta dei mercatali - spiega - che spiega l’impossibilità della delocalizzazione dei bagni, stessa cosa per quanto riguarda l’ortofrutta, la Asl, ci impone di toglierli dalla strada, la revisione totale del progetto - prosegue Mencarelli - porterebbe ad uno slittamento dei lavori di almeno un anno» 27 agosto 2012.
Quanti soldi rimangono a disposizione della Pubblica Amministrazione per i lavori da portare a termine per il progetto del Mercato? Quanti soldi sono stati spesi e con quali e quanti Stati di Avanzamento dei Lavori (SAL) sono stati versati all’impresa? I lavori del progetto del Mercato sono iniziati con le necessarie autorizzazioni e la necessaria Autorizzazione Paesaggistica? Chi doveva controllare? Quali sono le prescrizioni contenute nell’ Autorizzazione Paesaggistica riguardo il Mercato del Pesce, il mercato coperto e Piazza Regina Margherita? Le prescrizioni della soprintendenza riguardo il Mercato del Pesce escludono oppure non escludono la possibilità di ricostruire le edicole sul prospetto? Come si procederà alla localizzazione di tutti gli operatori dell’orto-frutticolo che nel progetto originario erano destinati a Piazza XXIV Maggio oggi esclusa e cancellata dal progetto in quanto “non conforme alle norme di Piano Regolatore”? Dove andranno a finire gli operatori dell’orto-frutticolo visto che la ASL prescrive che siano spostati dalla strada? Perché esiste un secondo progetto preliminare del 10 ottobre 2010 ed un secondo progetto definitivo del 30 novembre 2010 su Piazza Regina Margherita che prevede una ulteriore spesa di 1.200.000 euro? Perché si legge nelle dichiarazioni dei tecnici che si è in attesa del nulla-osta paesaggistico per Piazza Regina Margherita se il progetto del Mercato è uno ed una doveva essere l’autorizzazione paesaggistica? L’autorizzazione paesaggistica richiede necessariamente una visione ed una analisi di insieme del progetto ma dalle dichiarazioni si deduce che le autorizzazioni sono multiple e non sono state rilasciate nello stesso momento ma allora se manca l’autorizzazione per Piazza R. Margherita vuole dire che sono stati iniziati i lavori in assenza di Autorizzazione? Perché senza poter fare nulla, gli operatori del Mercato dopo anni di ritardi e problemi sul cantiere si ritrovano imperturbabili lo stesso direttore dei lavori e lo stesso interlocutore, questa volta nelle vesti di dirigente dei lavori pubblici? Com’è possibile accertare la mancanza delle Polizze assicurative e fidejussorie senza accertare le responsabilità? com’è possibile accertare che alla ditta romana è stato reso possibile lavorare per quasi quattro mesi all’interno del mercato sprovvista di cauzione, polizza R.C.T. e polizza C.A.R. ed oggi non si senta l’obbligo di accertare le responsabilità? com’è possibile accertare che i lavori sono andati a rilento senza accertare le responsabilità? com’è possibile constatare che il progetto stava per essere realizzato senza autorizzazione paesaggistica e con il mercato dell’orto-frutta senza la conformità urbanistica senza che vengano accertate le responsabilità?
Architetto Massimo Pantanelli

domenica 2 settembre 2012

Lettera ai colleghi Architetti


Civitavecchia 2 settembre 2012

Cari colleghi, sono diversi anni che si registra l’esecuzioni di opere e progetti con probabili illegittimità per il mancato rispetto delle norme tecniche di Piano Regolatore e/o per l’assenza della necessaria autorizzazione paesaggistica e più in generale per il mancato rispetto delle normative vigenti in materia edilizia ed urbanistica. Si è divenuti spettatori di un duplice mercato edilizio che coinvolge da una parte i tecnici che ritengono obbligatorio progettare nel rispetto della normativa e dall’altra parte i professionisti che interpretano le norme spingendosi ai limiti della legalità. L’esercizio della professione, se travalica i limiti di legge, rischia di falsare il mercato. Credo non ci sia nulla in contrario a dare l’avvio ad un processo di analisi delle progettazioni messe in campo per verificare la correttezza o meno delle interpretazioni normative che potrebbero o meno porsi quali antesignane di nuove letture normative, e quindi di nuovi spazi di mercato per tutti, ma anche, potrebbero porsi quale testimonianza di un sistema di illegittimità che crea all’interno del mercato edilizio un sistema di concorrenza sleale che sarà necessario cancellare. La documentazione raccolta verrà sottoposta al Dirigente dell’Urbanistica e contemporaneamente alla Procura della Repubblica per ottenere la contemporanea analisi del sistema di controllo edilizio e del metodo interpretativo della norma. Successivamente sarà possibile ricostruire un quadro normativo delle certezze sulla base delle letture risultanti dalle segnalazioni, che potranno di volta in volta vedere confermate o meno le “interpretazioni” delle normative edilizie ed urbanistiche vigenti. Naturalmente non si chiede di essere a favore o contro questa iniziativa, si vuole solamente portare a conoscenza che il lavoro per creare un mercato libero e concorrenziale nel campo edilizio di Civitavecchia resta una assoluta priorità.

Cordiali saluti, Architetto Massimo Pantanelli

mercoledì 30 maggio 2012

 Ancora sulla Marina

La non conoscenza delle norme che regolano i Lavori Pubblici, l'urbanistica e la tutela del paesaggio, hanno prodotto una procedura illegittima, un abuso urbanistico e un abuso paesaggistico insanabile. Anzichè ottemperare all'obbligo di sottoporre il progetto definitivo della Marina a Valutazione di Impatto Ambientale, il comune con DGC n. 218 incaricava il dirigente unitamente al RUP, di contattare l'ATI SPIBS EXEN - SPA per concordare nuove linee guida progettuali. Sulla base delle nuove linee guida veniva redatto il progetto esecutivo apportando modifiche sostanziali al progetto definitivo, il tutto in palese contrasto con quanto disposto dal DPR del 21.12.1999, art. 35 e art. 15, comma 2. Il Verbale di Validazione non rilevava la mancata conformità al PRG ed al PTPR. L'approvazione del progetto esecutivo non è stata preceduta dalla necessaria Conferenza dei Servizi. Quanto sin qui affermato serve a rendere chiara la necessità, nell'azione pubblica, che vengano applicate le procedure di legge perchè da queste derivano i controlli dei vari soggetti per produrre la corretta progettazione. Rispetto della legge necessario ma non sufficiente, perchè l'elemento umano gioca il suo ruolo fondamentale e se manca la buona fede e la buona volontà ogni tecnico, ogni istruttore, ogni responsabile del procedimento è responsabile dell'ABUSO PAESAGGISTICO ed URBANISTICO perpetrato attraverso la costante disapplicazione delle regole del gioco.

Estratto DGC 18.10.2010 Progetto preliminare Negozi Marina
Estratto DGC 30.11.2010 Progetto Definitivo Negozi Marina 


venerdì 4 maggio 2012

LA MARINA CHE NON C’E’

Da oltre un anno il cantiere della Marina è fermo e le notizie ci raccontano di una città che si sente privata della sua passeggiata. Il problema è che “non si può notare l’assenza di ciò che non si conosce” ed è necessario tentare di far comprendere come vengano distorte le notizie, i fatti per essere messi in grado di ricavare nuove informazioni. Ma veniamo ai dati. Nel lontano febbraio 2001 il Comune destina una quota dei fondi CIPE pari a 6.536.849,10 euro, per il completamento della “Marina”. I successivi passaggi hanno registrato l’approvazione del progetto preliminare dell’architetto Massimiliano Fuksas nel 2004 e l’aggiudicazione nello stesso anno della progettazione definitiva-esecutiva all’A.T.I. S.P.I.B.S.-Exen Spa. Un primo progetto esecutivo viene consegnato nel 2006.
Dalla relazione generale descrittiva del progetto per la Valorizzazione e riqualificazione della Marina si ottiene l’immagine di una Marina che mai più verrà realizzata. Dalla relazione generale descrittiva del progetto definitivo si legge ad esempio;
“La superficie interessata dall’intervento è di circa 55.600 mq, considerata dal piede dei fabbricati prospicienti Viale Garibaldi...Vengono realizzati lungo Viale Garibaldi circa 135 posti auto in superficie...salvaguardando le importanti alberature presenti... Le bolle luminose sul viale... sono previste con una struttura portante formata da arconi in legno lamellare e da una doppia parete in policarbonato (una opaca e una traslucida) ...I vari percorsi saranno realizzati con un tavolato di legno ipe' montato su megatelli poggiati su un massetto di sottofondo impermeabilizzato e leggermente inclinato per permettere la raccolta delle acque meteoriche. In tutti i percorsi e nel molo (ndr Pontile) sono predisposte canalizzazioni impiantistiche per ospitare manifestazioni, fiere, mercati... Il pontile ... ha una lunghezza di circa 141 mt ed una larghezza di 10 mt e si conclude con una grande terrazza sul mare (mt 27x52) che avrà una forte valenza nell'uso e nel godimento di questa struttura da parte degli utenti...sotto la scalinata principale...attigua alla fontana è prevista una struttura in legno lamellare con la funzione (e l'attrezzatura) di palco per rappresentazioni rivolto verso l'ampia piazza che si apre al lato dei bastioni di forte michelangelo... Viene mantenuto il contrasto tra le pavimentazioni dei percorsi pedonali (in doghe di legno ipe) e quella della piazza prospicente forte Michelangelo che sarà in tozzetti di travertino bocciardato con larghe fasce di marmo verde".
Il 16 luglio 2008 con delibera di giunta n. 218 viene compiuto il primo atto di deragliamento normativo da parte dell’attuale amministrazione, decidendo la modifica della progettazione esecutiva della riqualificazione della marina che costerà, per la sola parcella al professionista, 175.775 euro netti. Con delibera del consiglio n. 412 del 22 dicembre 2008 si approva il progetto esecutivo della riqualificazione della marina che viene radicalmente modificato rispetto al progetto precedente nelle parti di seguito illustrate;
1) viene ridotta la superficie di intervento che passa da 55.600 mq alla minore superficie di 33.600; 2) vengono eliminati i percorsi da realizzarsi in tavolato di legno "ipe"; 2bis) vengono contemporaneamente eliminate su tutti i percorsi le previste canalizzazioni impiantistiche per ospitarvi manifestazioni fiere, mercatini; 3) viene eliminato l'utilizzo della pavimentazione in tozzetti di travertino bocciardato con larghe fasce di marmo verde scelte per mantenere il contrasto con i percorsi in doghe di legno ipe’; 4) viene eliminata la realizzazione della "cascata luminosa" d'acqua lungo il fronte rialzato per raggiungere il "pontile"; 5) viene eliminato il "pontile" che si lanciava sul mare per una lunghezza di 141 mq e che terminava con una grande terrazza sul mare (mt 27x52); 6) viene eliminata, attigua alla fontana, una struttura in legno lamellare con la funzione (e l'attrezzatura) di palco per rappresentazioni, rivolto verso l'ampia piazza che si apre al lato dei bastioni di forte Michelangelo; 7) vengono eliminate le cosiddette bolle luminose del progetto dell’Architetto Fuksas. In ogni bolla dovevano essere predisposte tutte le utenze ed i servizi per la più completa flessibilità funzionale della passeggiata.
Si assiste quindi al radicale cambiamento del progetto originario ma allo stesso tempo i costi restano identici, 6.536.849,10 euro dei fondi CIPE.
La progettazione esecutiva crea inoltre quegli 8900 metri cubi di volumetria abusiva che saranno la causa della sospensione dei lavori da parte della Soprintendenza.
Perché la pubblica amministrazione ha modificato il progetto? perché non ha rispettato le  norme paesaggistiche e le norme urbanistiche? ma soprattutto, lo sapevano o non lo sapevano di operare con strumenti al di fuori delle regole prima ancora di iniziare i lavori nel 2009? Ebbene la risposta è che tutti sapevano perchè i problemi paesaggistici ed urbanistici erano stati denunciati dai consiglieri comunali di opposizione il 3 luglio 2009.
Il comune veniva diffidato a non iniziare l'opera assumendosi da quel giorno ogni responsabilità dello stato attuale delle cose. La pubblica amministrazione tenendo la propria linea di condotta al di sopra delle regole ha causato il fermo dei lavori della Marina del 13 gennaio 2011. Ammettendo la propria colpa, ha avviato la procedura di accertamento di compatibilità che la stessa Soprintendenza ha dapprima dichiarato irricevibile, con comunicazione del 04 maggio 2011 alla Regione Lazio, ed in seguito ha avviato a definitiva conclusione emettendo parere negativo, comunicato alla Regione e per conoscenza al Comune di Civitavecchia, il 21 febbraio 2012.
Non è questione di convincere ma bisogna essere chiari. I dati che definiscano le situazioni sono evidenti e rendono visibili cose che non lo sarebbero state in condizioni differenti.

MP



lunedì 16 aprile 2012

La strategia dello struzzo e l’urbanistica di Civitavecchia

Lo struzzo, secondo la credenza comune, nasconde la testa sotto la sabbia in caso di pericolo, sicuro di non subire il danno. In questo modo nell’Urbanistica i tecnici pubblici e privati non hanno fatto altro che considerare “ottimisticamente” ciò che poteva funzionare, dimenticando cosa non sarebbe potuto andare ed oggi l’esito è disastroso.
Anziché scoprire le diversità, le incompatibilità, si sceglie di prendere in considerazione soltanto gli aspetti positivi di una situazione.
I programmi politici parlano di Verde, parchi urbani, recupero di aree urbane, nuove cittadelle, rendendo tutto questo parte di una proposta di programma di governo per l’avvenire della nostra città. Al contrario qui e ora, la realtà ci racconta una storia chiara e semplice riferibile all’assenza di programmazione territoriale.
Il PRG e la sua attuazione perseguita nel rispetto delle norme tecniche che regolano l’edilizia e la pianificazione, offrirebbe ai nostri occhi un paesaggio urbano in perfetto equilibrio tra spazi pubblici e privati, con dotazione di aree a verde e servizi, il tutto senza costi pubblici ma a carico del privato, quindi gratis per il cittadino.
Nella normalità dello sviluppo urbanistico i costi pubblici vengono sostenuti dal privato, come corrispettivo della concessione ad edificare, per l’equilibrio tra pubblico e privato. Quanto offre Civitavecchia ai suoi abitanti è il risultato del massimo profitto del capitale privato, permesso senza limiti, a svantaggio della costituzione del patrimonio pubblico che sono i beni e la qualità della vita propri di ciascun abitante.
Non servono miracoli ma solo una corretta amministrazione pubblica ed un atteggiamento del professionista rispettoso delle norme deontologiche del proprio ordinamento.
Negli ultimi cinque anni, l’Amministrazione uscente ha partorito molteplici strumenti urbanistici attuativi figli delle regole del gioco, estranee alla normativa vigente, che essa stessa si è data. Le responsabilità non sono esclusivamente della politica. I progettisti, le imprese, gli uffici, senza il consenso dei quali la politica si schianterebbe contro un muro, sono i corresponsabili degli effetti negativi.
Da un lato troviamo le persone che accettano per interessi di lavoro i rapporti con individui e situazioni sostanzialmente incompatibili, subendo una schiavitù indotta a fronte di benefici economici. Dall’altro lato incontriamo, come per la Marina ed il Mercato, procedure in difformità della normativa paesaggistica, oppure la variante generale adottata non nei termini di legge e i piani attuativi adottati non in conformità alle normative vigenti ma a quelle che saranno approvate, “se” saranno approvate.
Si scrivono le regole che avranno valore solo in seguito, eppure a queste “non-norme” già si adeguano gli strumenti urbanistici che a loro volta dovranno essere approvati, creando una emulazione del mondo azionistico dei “futures”.  Le aree fittiziamente trasformate in edificabili rappresentano un valore mobiliare suscettibile di essere trasferito in modo immediato.
Il territorio viene trattato come “pacchetto azionario” della Civitavecchia SPA,  lo scopo è di incrementare al massimo il valore delle aree per poi immetterle nel mercato con il massimo profitto. L’intera procedura rimane viziata dal cambio di destinazione d’uso da considerarsi sempre e solo su previsioni di trasformazione e non sull’attuale valore del suolo. Gli acquirenti o coloro che hanno investito capitali, per lo sviluppo ad esempio dei programmi integrati e per i Piani di Zona, lo hanno fatto su terreni virtuali e possono rischiare di perdere tutto analogamente a quanto capitato a chi aveva i propri investimenti nei prodotti derivati.
La strategia dello struzzo fa sì che la politica, di fronte al massacro del territorio, alla rapina degli spazi pubblici e alla città resa invivibile, si preoccupi di preservare i guadagni economici attraverso il ricatto della crisi economica. In questo modo si compie l’errore storico di “fare finta di niente”, di non riconoscere che è il patrimonio pubblico in perdita ed in svendita. Al contrario si valuta come unica soluzione la costruzione di altro cemento se non la trasformazione dei suoli agricoli in edificabili invece di creare lavoro per dotare la città dei servizi al cittadino. Il bene comune è intangibile, il bene privato è invece immediatamente trasformabile in merce di scambio. Il bene pubblico soccombe al profitto privato in quanto la Civitavecchia SPA è una macchina creata per la svendita della nostra città.

MP

martedì 27 marzo 2012


Mercato e Varianti: tutto regolare ?

Il 22 febbraio 2012 con delibera di giunta n. 26 è stato approvato il progetto di Variante per la “Ristrutturazione del mercato ittico, ortofrutticolo e di tutta l’attività commerciale di piazza Regina Margherita”. La storia del progetto per la ristrutturazione del Mercato è complicata. Il progetto preliminare è stato approvato il 13 gennaio 2009, sulla base delle linee guida del Sindaco. Il progetto esecutivo è stato presentato dalla COGEIM  il 21 aprile 2009, è stato validato dal responsabile unico del procedimento in data 28 maggio 2009 ed è stato approvato lo stesso giorno con delibera di Giunta n. 177 per un importo complessivo di 5.582.284,49 euro. In questa data il progetto è completo di tutti gli elaborati necessari alla realizzazione dell’opera. L’inizio dei lavori deve però attendere.
In data 11 marzo 2010 con delibera di giunta comunale è stato approvato il progetto che prevede la realizzazione di opere complementari a quelle incluse negli elaborati di cui alla delibera n. 177/2009, relative all’intervento di “delocalizzazione del mercato ittico e del mercato box alimentare San Lorenzo”. Nelle premesse della DCC n. 26 del 22 febbraio 2012 si dice che tale delocalizzazione è; “indispensabile per poter liberare le aree oggetto dell’appalto principale da tutte le attività commerciali presenti e dare seguito, quindi, all’inizio dei lavori ”. Ma l’accordo siglato dall’Amministrazione comunale e la COGEIM in data 15.05.2008, ratificato con delibera di Giunta n. 183 del 17.06.2008 al punto “3” recitava:” il progetto se richiesto dovrà prevedere lo spostamento e il posizionamento degli operatori del mercato del pesce e di quelli aderenti all'immobile ed i relativi costi, con riferimento sia allo spostamento provvisorio che alla ricollocazione definitiva”. Si dovrebbe, per deduzione, giungere alla conclusione che il contratto di appalto stipulato con la COGEIM in data 29.01.2009 non comprendeva la delocalizzazione.
I lavori di delocalizzazione si concludono nel mese di settembre 2010. L’inizio dei lavori deve ancora attendere. L’iter autorizzativo che ha portato all’approvazione del progetto definitivo-esecutivo manca della necessaria Autorizzazione Paesaggistica ex art. 146 del D.Lgs. 42/2004. L’approvazione del progetto definitivo-esecutivo da parte della Giunta Comunale non è stata preceduta dalla necessaria Conferenza di Servizi, risultando agli atti una sola Conferenza dei Servizi, aperta il 20/09/2005 sul primo progetto definitivo, conclusa negativamente in data 20/06/2008 e chiusa con Determinazione Dirigenziale n. 2015 del 10/07/2008.
L’Autorizzazione Paesaggistica, per la ristrutturazione edilizia del mercato alimentare coperto denominato “San Lorenzo”, è stata rilasciata con prescrizioni, dalla Regione Lazio, con determinazione n. A8825 del 09.09.2011. In data 12.09.2011 i lavori sono iniziati.   Non trascorrono 3 mesi che il progetto subisce una Variante approvata il 22 febbraio 2012. La Variante ha comportato la rivalutazione dell’utilizzo di Piazza Regina Margherita destinandola, nelle ore mattutine, ad ospitare le attività commerciali ambulanti, previste nel progetto originario a Piazza XXIV Maggio che viene destinata a “verde e spazi pubblici”, in conformità alla Variante 11 del Piano Regolatore Vigente. Dai Quadri Economici Comparativi si deduce l’annullamento delle voci di spesa per i lavori di Piazza XXIV Maggio, in cui non verrà realizzata alcuna opera, e un incremento di 450.853 euro per i lavori di Piazza Regina Margherita. Le opere di Piazza Regina Margherita sono oggetto di un ulteriore intervento. Infatti con delibera di Giunta Comunale n. 319 del 10 ottobre 2010 e delibera di Giunta Comunale n. 387 del 30 novembre 2010 si approva il progetto preliminare e definitivo per il “Completamento della Riqualificazione dell’Area Mercatale di Pazza Regina Margherita”. Nella Relazione Tecnica allegata alla delibera si legge che il progetto esecutivo approvato (ndr. DGC 177/2009) “prevede nel concreto soltanto alcuni lavori parziali” per cui è intenzione dell’Amministrazione Comunale dare corso all’attuazione di un intervento di completamento della riqualificazione dell’area mercatale di Piazza Regina Margherita. L’intervento ha un importo complessivo di 859.184,20 euro per lavori, ed un Quadro Economico da cui risulta una spesa complessiva di 1.200.000 euro.
La Variante al Progetto del Mercato, per intervenute segnalazioni da parte degli operatori, ha comportato alcuni assestamenti interni alla struttura di San Leonardo, finalizzati ad una migliore ed equa distribuzione degli spazi. Le conseguenze di questo cambiamento riconducono alla cronaca dei giorni scorsi e all’annuncio di un esposto presso la Procura della Repubblica. Analizziamo i dati. Il giorno 19 marzo 2012 il nuovo Dirigente del  Servizio 9, Governo del Territorio, ha rilasciato, con Determina Dirigenziale n. 547, l’Autorizzazione Paesaggistica inerente la ristrutturazione del mercato alimentare “San Lorenzo”, come variante non essenziale alle opere già autorizzate dalla Regione Lazio il 09.09.2011. Dalla lettura della determina si deduce che l’autorizzazione viene rilasciata in subdelega con procedura semplificata. L’Autorizzazione è dichiarata oggetto di subdelega al Comune ai sensi dell’art. 1 lett. “f” della L.R. 59/1995 in quanto l’aggiunta di 5 box sul prospetto “fronte Mercato Ittico” non viene considerata Variazione Essenziale. Al contrario la L.R. 15/2008 all’articolo 17 co. 4 così recita:”Gli interventi di cui al comma 1, effettuati su immobili sottoposti a vincolo storico, artistico, architettonico, archeologico, paesistico ed ambientale, nonché su immobili ricadenti in aree naturali protette nazionali e regionali, sono considerati in totale difformità dal titolo abilitativo. Tutti gli altri interventi sui medesimi immobili sono considerati variazioni essenziali “. L’immobile in oggetto ricade in area sottoposta a vincolo paesistico con il D.M. 22.05.1985, provvedimento dell’autorità competente riconducibile alle lettere “c” e “d” dell’articolo 134 co. 1 del Codice del Paesaggio, per cui gli interventi su tale immobile sarebbero da considerarsi comunque variazioni essenziali.
Da quanto sopra descritto il Comune non avrebbe potuto attuare la procedura in sub delega né l’autorizzazione poteva essere di tipo “semplificato”. Ad una prima analisi quindi l’autorizzazione in subdelega potrebbe essere viziata per difetto assoluto di attribuzione in quanto l'intervento non rientra tra quelli la cui autorizzazione è subdelegata dalla Regione al Comune. L’esposizione dei fatti sopra riportati rappresenta tutto il possibile per assicurare migliori condizioni all’area del mercato di Civitavecchia.


 
post opera ortofrutticolo

 
post opera mercato coperto


martedì 20 marzo 2012

La zona agricola non può diventare residenziale senza variante al Prg.

Torna alla nostra attenzione il tema dei Programmi Integrati e del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) e l’indice di edificabilità territoriale dello 0,001 mc/mq.
L’area oggetto del Programma Integrato denominato “Boccelle Bassa - via Aurelia sud” è ricompresa tra la via Aurelia e la ferrovia Roma-Grosseto, alle spalle del porticciolo  Riva di Traiano.
La superficie di 75.735 mq potrà essere trasformata in zona residenziale attraverso la costruzione di edifici per una volumetria pari a 45.441 mc, al contrario l’articolo 5 co. 3 della L.R. 24/98 e il PTPR con l’art. 33, “Costa mare”, limita la potenzialità edificatoria dell’area allo 0,001 mc/mq, per una volumetria concedibile pari a 75,8 mc.
L’istanza con la quale i soggetti proponenti hanno manifestato il loro interesse è del 05.12.2008 prot. 58206. Con verbale del 24.02.2010 alle ore 15.30 la commissione tecnica ha formulato il parere: “La proposta è ammissibile”.
Le precedenti esperienze sulla interpretazione della normativa paesaggistica vigente da parte della Pubblica Amministrazione, dimostratesi errate, tornano in primo piano.
E’ sufficiente richiamare alla memoria i fatti riguardanti il cinema multisala (ndr. in area prossima allo Stadio Fattori). In quella occasione la P.A. avrebbe preteso di non applicare l’indice di 0,001 mc/mq previsto dall’art. 33 delle norme del PTPR, al contrario la Soprintendenza non ha concesso la compatibilità paesaggistica. Nonostante la vigenza delle norme del PTPR ed una situazione del tutto analoga, con la valutazione di ammissibilità del Programma Integrato denominato “Boccelle Bassa”, per il progetto di edificazione residenziale di 45.441 mc., si deve registrare che la P.A. si colloca nell’identica posizione della CdS del “multisala” e non ritiene di rilevare la mancata conformità paesaggistica dell’intervento seppure esso ricada in un’area che ha il vincolo di 0,001 mc/mq di edificabilità.     
Passiamo ad analizzare la situazione urbanistica riguardante aree agricole di PRG, in zona San Gordiano.
Con Delibera del Consiglio Comunale n. 80 del 22.12.2011 è stato adottato a validità di piano particolareggiato, in Variante al PRG, il “Piano di Edilizia Privata e Sociale San Gordiano tre”, contenente le previsioni di cui all’art. 18 della L.R. n. 21/2009.
Alla luce della normativa urbanistica e del Piano Regolatore vigenti si delineano probabili profili di illegittimità, di seguito esposti.
Punto primo. Nel deliberato si afferma che: “...è stato adottato a validità di piano particolareggiato, in Variante al PRG, il “Piano di Edilizia Privata e Sociale San Gordiano tre”. Al contrario si osserva che; il Piano Particolareggiato assolve alla limitata funzione di assicurare uno sviluppo attuativo alle previsioni di massima del piano regolatore. Il piano particolareggiato può bensì contenere norme integrative o di adattamento (ndr. in variante), ma giammai contrastare con le prescrizioni poste dal piano regolatore generale e particolarmente con quelle attinenti alle destinazioni di zone che, a norma dell’art. 7, punto 2, L 1150/1942 n. 1150, ne costituiscono uno dei contenuti peculiari. L’area in oggetto è attualmente Zona Agricola per cui una eventuale trasformazione in zona residenziale può avvenire esclusivamente con la procedura di Variante al Piano Regolatore Generale.
Punto secondo. Attualmente non è riscontrabile nella normativa urbanistica il c.d. “Piano di Edilizia Privata e Sociale” a validità di piano particolareggiato. Per quanto attiene la denominazione di “Piano di Edilizia Privata e Sociale” si segnala che esiste, nell’ordinamento urbanistico non meno che in tutto il diritto pubblico, in applicazione del più generale principio di legalità (che vuole che in uno Stato di diritto non possa una P.A. avvalersi di poteri che la legge non le ha previamente conferito), un inderogabile principio di nominatività e tipicità degli strumenti urbanistici. Gli strumenti urbanistici legittimamente applicabili sono pertanto soltanto quelli previsti - per nome, causa e contenuto - dalla legge; e dunque, al di fuori di un tale numero chiuso, non può legittimamente una Amministrazione procedere ad introdurre nella realtà giuridica qualsivoglia nuova categoria di strumento di pianificazione dell’assetto del territorio (CdS,  IV, 7-11-2001, n. 5721; cfr. altresì sez. II, 26-10-1994, n. 883; sez. IV, 28-7-1982, n. 525; sez. V, 12-12-2003, n. 8198; T.A.R. Abruzzo - L’Aquila, 31-1-2005, n. 44)..
Punto terzo. L’articolo 18 della L.R. 21/2009 stabilisce che “alle aree necessarie per la dotazione degli standard urbanistici di cui al decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968 sono aggiunte le aree o immobili per la realizzazione degli interventi di edilizia residenziale sociale”, e il loro inserimento avviene: “negli strumenti urbanistici generali di nuova formazione e nei relativi strumenti attuativi, nonché nelle varianti generali di nuova formazione”. Il Comune di Civitavecchia attualmente non ha approvato alcuno strumento urbanistico generale e neppure nessuna variante generale. L’area in oggetto è a norma del vigente Piano Regolatore, “Zona Agricola”.

MP

martedì 13 marzo 2012


Parte I: Programmi Integrati su zona agricola e su aree a verde pubblico.

Il 5 marzo 2012, sono stati adottati numerosi Programmi Integrati. La “frana” di notizie ed opinioni non ha fornito elementi di conoscenza utili ad una lettura della situazione urbanistica di Civitavecchia. Il consumatore di notizie viene lasciato a se stesso provando prima una breve indignazione, e vivendo lo scandalo, per cedere dopo alla stanchezza e alla noia che condurrà domani alla smemoratezza qualunquistica. Cominciamo con il far notare come vengano distorte le notizie, i fatti per ricavare nuove informazioni.
Prendiamo quale spunto di riflessione le affermazioni apparse sui giornali e i telematici: “... nessun terreno agricolo è previsto nei piani (ndr.Programmi Integrati) varati questa mattina. Anzi, tutte le domande avanzate alla Commissione Tecnica e contenenti terreni agricoli, sono state scartate perché non conformi alla normativa regionale”.
Dalla lettura dell’art. 2 co. 4 della legge regionale 22/1997, si rileva che le aree agricole erano ammesse nella normativa originaria:”Tali zone hanno destinazione per opere di urbanizzazione, e recupero degli standards urbanistici se non disponibili all' interno dell'ambito (ndr. dei Programmi Integrati)”; comma modificato dall'articolo 5, comma 22, lettera a) della legge regionale 13 agosto 2011, n. 10: “Il programma integrato può comprendere anche zone agricole contigue ai perimetri urbani come definiti dagli strumenti urbanistici, escluse quelle di pregio ambientale”.
I programmi Integrati sono quindi dichiarati “non ammissibili” se contemplano esclusivamente aree agricole di PRG. Al contrario nell’ “Avviso pubblico del 03/06/2008, integrativo e sostitutivo dell’avviso pubblicato in data 16/11/ 2006, con le rettifiche apportate. Programmi integrati di intervento (P.I.I.) Manifestazione di interesse alla concertazione” vengono ammesse le aree agricole “esterne al P.R.G. ma esclusivamente attigue al perimetro dello stesso e confinanti con zone destinate all’edificazione”(ndr. si presume che al posto di “PRG” si intendesse scrivere “zone residenziali”, essendo privo di senso il bando comunale per Programmi Integrati in aree agricole appartenenti ad altri territori comunali).
Dalla lettura dei Verbali della Commissione Tecnica allegati alla DCC n. 36 del 20.05.2010 e dalla individuazione delle aree catastali dei Programmi Integrati ritenuti ammissibili dalla stessa Commissione e adottati in Consiglio Comunale, si rileva che alcune zone sottoposte dal Piano Regolatore Generale al “vincolo di rimboschimento” vengono  definite quali: “aree destinate a verde di tutela ambientale”, oppure “area destinata interamente a rimboschimento”, ed infine “area a verde pubblico con vincolo decaduto”. La Commissione Tecnica attribuisce al “Vincolo di rimboschimento” un valore di “zona funzionale” al contrario in urbanistica i vincoli stabiliscono dei limiti di attuazione che si sovrappongono alla destinazione d’uso. Per esempio il “vincolo non aedificandi” indica le “fasce laterali” alle principali infrastrutture viarie e ferroviarie, vincolate alla inedificabilità ma la cui destinazione d’uso, in molti casi, è quella “residenziale”. Questa inesattezza concettuale che si poteva rilevare dalla lettura delle Norme Tecniche del Piano Regolatore è stata poi corretta dalla Variante 23 nel 1990 (vedi art. 31 NTA di PRG) “per cui si deve intendere che i vincoli speciali si sovrappongano alle destinazioni d’uso, limitandole ma non annullandole”.
Pertanto le aree interessate dal Vincolo di Rimboschimento dovrebbero essere intese come zone omogenee “E” ovvero “zone agricole” e non altro.
Una considerazione a parte deve essere condotta sulla definizione di “area a verde pubblico con vincolo decaduto” in quanto le aree di “verde pubblico” “verde urbano” e “verde attrezzato”, secondo il Consiglio di Stato, Sez. IV, 25 Maggio 2005, n. 2718 “rientrano tra i vincoli conformativi, come tali non soggetti a decadenza”. Tutte le determinazioni che limitano l’attività edilizia, ma che non sono preordinate all’espropriazione e che consentono al titolare del bene di utilizzarlo, non costituiscono altro che espressione del potere di pianificazione e non sono soggetti a decadenza. Le Norme Tecniche del Piano Regolatore all’art. 29 “Zone a Verde Pubblico” (ndr. sostituito con la Variante 24 DGR n.6073/1989) definiscono anche gli interventi consentiti e cioè chioschi, ritrovi, biblioteche e sale di lettura, spogliatoi e servizi igienici, strutture per spettacoli all’aperto e simili, che integrino la destinazione a verde in relazione alle attrezzature previste (ndr. dal piano attuativo). Risulta difficile pensare che le aree a Verde Pubblico di Piano Regolatore siano da considerarsi decadute quando le stesse Norme Tecniche permettendo al privato di sfruttare, seppure limitatamente, lo ius edificandi ne delineano la valenza conformativa di Piano.
L’affermazione da parte della Commissione Tecnica della decadenza del vincolo a “Verde Pubblico” deve comunque essere considerata sotto l’aspetto urbanistico. Il Verde Pubblico è computabile come Standards ai sensi del DM 1444/1968 e le NTA all’art. 29 prescrivono che:”L’estensione delle zone a verde non può in nessun caso essere ridotta quantitativamente”. Al contrario l’immagine degli spazi verdi liberi tra viale M. Villotti e via E. Berlinguer, dell’area verde sotto il Faro vicino le scuole, del verde sul lato di via Novello e di via dei Gladioli a San Gordiano, verrà sostituita dagli insediamenti edilizi che sottrarranno spazi pubblici. Come si conciliano le prescrizioni delle norme tecniche con le decisioni della Commissione. Era il 1978 e la Regione Lazio con DGR 190, Variante 7, zona San Gordiano, trasformava la “zona a vincolo non edificandi”, a sinistra di via Novello, in “zona ad uso pubblico e verde al fine di integrare la dotazione di aree per attrezzature pubbliche e servizi, che nella variante in questione risultano carenti in quanto si rifanno alla dotazione del PRG approvato nel 1967 . Infatti secondo quanto prescritto dal DM 1444/1968 il fabbisogno totale per gli standards urbanistici per la zona di San Gordiano, ammonta a circa            mq 160.000 contro i 96.000 previsti dal PRG. Per questa enorme differenza la regione prescrisse: “al fine di raggiungere la suddetta dotazione minima, la superficie individuata con segno rosso nella planimetria dell’elaborato C in scala 1:4000 e destinata dalla variante a “zona vincolata al rimboschimento” va invece destinata a “zona a verde pubblico con attrezzature sportive” (ndr. ad es. area dello stadio del nuoto) ed a “zona ad aree di uso pubblico”. La ammissibilità delle proposte di questi Programmi Integrati produrrà effetti di addensamento edilizio con sottrazione di spazi di integrazione del verde pubblico rispetto al contesto edilizio consolidato, in contraddizione con lo spirito e i dettami della normativa di riferimento quale la L.R. n. 22/1997.

MP

sabato 3 marzo 2012


Oggetto: Consiglio Comunale Urgente del 5 marzo 2012. Urgenza inesistente.
                   
Signor Presidente,
Signore e Signori colleghi Consiglieri

Avrete certamente ricevuto, e Lei, Signor Presidente, ha addirittura diramato, la convocazione del Consiglio Comunale Urgente per il giorno lunedì 5 marzo p.v.
La presunta urgenza è richiamata per derogare ai tempi canonici di convocazione, oltre che per motivare, stante l’approssimarsi delle elezioni e, in particolare, viste le disposizioni dell’art. 38, c.5 del Decreto Legislativo 267/2000, la riunione stessa della massima assise cittadina. Mi permetto di ricordare a tutti, che il citato art. 38, c. 5 prevede che: “I consigli durano in carica sino all'elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili”. Orbene, il Decreto di indizione dei comizi elettorali è stato firmato dal Prefetto Pecoraio il 29 febbraio 2012, trasmesso al Sindaco nella mattinata del 1º marzo, ed è pubblicato sul sito internet della Prefettura di Roma.
Per tornare alla presunta urgenza, tale circostanza è stata motivata dal Presidente del Consiglio nella conferenza dei capigruppo di ieri, 2 marzo, unicamente citandouna lettera, prot. 12041 del 1 marzo 2012, dell’Assessorato Urbanistica eTerritorio – Servizio 9, firmata dal dirigente, Arch. Massimo Piacentini edall’Assessore Ing. Mauro Nunzi (Link lettera Piacentini Nunzi), avente per oggetto le seguenti, terrificanti e tassative, parole: “Termine ultimo per l’adozione di alcuni provvedimenti urbanistici sottoposti all’attenzione del Consiglio Comunale ai fini dell’applicazione della L.R. 36/87”.
Nella nota appena richiamata, che, per chiarezza di esposizione, si inserisce a pieno titolo nel filone della “supercazzola” reso celebre dal film “Amici miei”, attraverso una raffica di date e citazioni di Leggi Regionali che, come prassi consolidata di questa consiliatura, troppi di Voi non avranno voglia o si sentiranno in dovere di andare quantomeno a leggere, i due estensori affermano: “Con riferimento ai provvedimenti urbanistici di cui all’elenco allegato (ndr. Programmi Integrati di cui alla Legge Regionale 22/97) si evidenzia che è da ritenersi indispensabile che gli stessi vengano sottoposti all’adozione del Consiglio Comunale entro il giorno 05.03.2012”.
Tale affermazione, che sarebbe stato più corretto esporre nella forma della prima persona plurale anziché utilizzando l’impersonale “è da ritenersi” come se l’indispensabilità dell’adozione dei programmi integrati fosse non una loro semplice opinione ma un dato di fatto, unita alle citazioni normative che seguono e all’oggetto della nota, veicola in maniera tortuosa l’assunto per il quale dal 6 marzo p.v. la Legge Regionale 36/87 non sarebbe più applicabile ai Programmi Integrati previsti dalla Legge Regionale 22/97.
Sottopongo alla vostra attenzione, nella speranza che un miracolo della volontà vi consenta di leggerlo, il vigente art. 4, c.2 della citata L.R. 22/97 che disciplina, nella nostra regione, i Programmi Integrati: “Al fine di pervenire alla sollecita definizione ed approvazione dei programmi integrati si applicano le disposizioni della legge regionale 2 luglio 1987, n. 36, concernenti lo snellimento delle procedure, contenute nell'articolo 1 se trattasi di programmi conformi allo strumento urbanistico generale approvato e vigente, anche se comportano varianti comprese fra quelle previste dallo stesso articolo, e nell'articolo 5, se trattasi di programmi difformi, fatto salvo quanto previsto dal comma 3”.
Quindi, per espressa previsione della legge che li regola, ai programmi integrati, conformi al PRG o in variante, si applicano, senza alcuna scadenza temporale e tanto meno quella del 6 marzo 2012, le disposizioni della L.R. 36/87.
Ci sarebbe molto da aggiungere ma non mi dilungo.
Mi limito ad invitarvi a prendere atto del fatto che ai programmi integrati, come chiaramente disposto dal citato art. 4, c. 2 della L.R. 22/97, continuerà ad applicarsi la Legge Regionale 36/87 anche dopo il 5 marzo 2012 e che, quindi, non esiste un termine ultimo per l’adozione dei programmi integrati iscritti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale Urgente del 5 marzo, così come, di conseguenza, non esiste l’urgenza o l’improrogabilità dell’adozione dei provvedimenti e della convocazione stessa del Consiglio Comunale.

Vi chiedo, pertanto, di non partecipare al Consiglio Comunale Urgente convocato per il giorno 5 marzo 2012, non potendosi rinvenire, come sopra dimostrato, il presupposto fondamentale dell’urgenza.

Distinti saluti,
Alessandro Manuedda